Daniele Sacco

Il castello di Monte Copiolo
La casa dei duchi di Urbino

Copertina del libro: Il castello di Monte Copiolo

Storie narrate
pp. 288 | 13 x 21 cm | € 22,00
ISBN 978-88-31365-18-5

«gl’abitatori sparsero l’abitationi nel Basso e con le macerie del Castello accrebbero gl’edifitii nel piano d’intorno, et massime dove si dice la Villa Grande»

Pier Antonio Guerrieri, 1667

Il castello di Monte Copiolo è collocato sopra un sasso fortissimo e altissimo e possiede una rocca fortissima.
(cardinale Anglic de Grimoard, XIV secolo)

Daniele Sacco insegna Archeologia cristiana e medievale all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo occupandosi dei processi di trasformazione del paesaggio, del popolamento e dell’edilizia storica (civile e religiosa) tra Tardoantico e basso Medioevo. Tra le sue più recenti e maggiori ricerche vi sono quelle condotte presso il castrum tardoantico di Montefeltro (San Leo) e la cattedrale paleocristiana della città di Pesaro. Come giornalista, sviluppa un parallelo ambito di ricerca indirizzato all’analisi dei processi contemporanei di comunicazione del Medioevo, dell’archeologia e dei beni culturali.

Dai ruderi del castello di Monte Copiolo, difeso da sei cinte murarie a più di mille metri d’altezza nella regione storica del Montefeltro, trovano vita in queste pagine i mastri tagliapietre che hanno edificato una fortificazione imprendibile, ma anche imperatori, papi e grandi famiglie: i conti di Montefeltro, i Malatesti, i Borgia, i de’ Medici e i della Rovere che con il castello hanno intrattenuto rapporti di guerra, di pace e d’affari.
Le vicende raccontate si dipanano dal X al XVII secolo, quando gli abitanti smontarono le antiche pietre squadrate per scendere a valle, al riparo dai rigori invernali.
Gli scavi archeologici condotti dall’Università di Urbino insieme alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, dall’esordio del XXI secolo, hanno riportato alla luce ciò che resta della fortificazione. Proprio quello scavo viene preso a modello con l’intento di proporre un metodo scientifico di restituzione saggistica del dato archeologico.
L’archeologia si fa«storia narrata», una storia che racconta la «parola antica» con un registro di esposizione rigoroso e rivolto a più livelli di comprensione.