Paolo Sorcinelli
Nuove epidemie, antiche paure
Storie narrate
pp. 176 | 13 x 21 cm | € 18,00
ISBN 978-88-31365-11-6
Il diffondersi di una epidemia scatena psicosi e reattività emotive e comportamentali. Oggi come due secoli fa, e prima ancora.
«Guardarsi assolutamente dall’aria notturna, non uscendo di casa dopo il tramonto del sole, e non tenendo aperte le finestre, e le porte esterne dove si dorme».
Istruzione sul cholera-morbus: raccolta di preservativi e di regole fatta da un zelante sacerdote della Diocesi di Bologna, 1835
Paolo Sorcinelli vive a Pesaro e ha insegnato Storia sociale all’Università di Bologna. È autore e curatore di numerosi volumi fra cui Storia sociale dell’acqua (1998, 2016) e Avventure del corpo (2006).
Del cholera-morbus si comincia a parlare, in Europa, dopo il 1817, ma solo dal 1830 in poi si alimenta di dispute mediche, carteggi, pubblicazioni scientifiche e istruzioni popolari, scatenando a tutti i livelli una vera e propria psicosi.
È infatti tra il 1831 e il 1837 che l’epidemia si manifesta dalla Russia all’Inghilterra, dalla Francia all’Italia e le sue caratteristiche la fanno apparire immediatamente come un nuovo «flagello» divino che richiama alla memoria il corteo delle pestilenze dei secoli precedenti e ridà corpo ad una serie di reazioni emotive e di suggestioni che nel XIX secolo sembravano definitivamente rimosse.
Riaffiorano antiche manifestazioni di terrore, di violenza, di esasperata religiosità, la rabbia e l’esigenza di dare un volto al nemico impalpabile, di individuarne i capri espiatori nelle cose e negli uomini.
Le fasi coleriche più critiche sembrano attraversate da una linea culturale che annulla di volta in volta la razionalità contingente per innescare e lasciare ampi spazi ad una reattività emotiva e comportamentale, propria dell’uomo di fronte ai fenomeni inspiegabili e incontrollabili.