Federico Dal Bo
Il linguaggio della violenza
Estremismo e ideologia nella filosofia contemporanea
Saggi
pp. 160 | 14,5 x 21 cm | € 18,00
ISBN 978-88-31365-10-9
Le origini filosofiche e linguistiche dei linguaggi dell’esclusione. Un’analisi dell’uso politico dei social e del linguaggio della destra sovranista.
«Se la barbarie sopraggiunge non c’è nessun luogo, anche quello più caro, che non si possa abbandonare. Quando viene la barbarie, l’importante è partire. Si prende la valigia».
George Steiner, Lectio magistralis all’Università di Bologna «La Repubblica»
Federico Dal Bo (1973), dottore di ricerca in Scienza della traduzione (Bologna, 2005) e dottore di ricerca in Ebraistica (Berlino, 2009), svolge la sua attività tra ebraistica e filosofia. Attualmente è post-dottorando all’Università di Heidelberg. Tra le sue recenti pubblicazioni si segnalano: Emanation and Philosophy of Language. An Introduction to Joseph ben Abraham Giqatilla (Cherub Press, 2019) e Deconstructing the Talmud. The Absolute Book (Routledge, 2019).
A prima vista sembra esserci una separazione netta tra linguaggio e violenza: colui che sa esprimersi non ha bisogno di ricorrere alla violenza. Del resto, c’è il detto che molti conoscono: la violenza è l’ultima risorsa degli incapaci.
È veramente così? Questo testo parte da una considerazione meno confortante: linguaggio e violenza non si escludono a vicenda. Anzi, si possono associare in un legame pericoloso e minaccioso. Un’alleanza sinistra che permette la diffusione di propaganda, ideologia ed estremismo. E diversi sono i casi in cui linguaggio e violenza si accompagnano in diversi ambiti della società contemporanea: la politica, la cultura e la filosofia.
Attraverso i lavori di Walter Benjamin, Martin Heidegger, George Steiner e Sigmund Freud, il libro presenta un’analisi impietosa del legame tra linguaggio e violenza nella filosofia contemporanea, forse senza ambire ad una soluzione, ma segnalandone i pericoli e le derive autoritarie.