Delia Belleri

Semantica e Pragmatica: un’introduzione
Da Grice ai giorni nostri

Syllabus
pp. 240 | 13 x 21 cm | € 22,00
ISBN 978-88-31365-41-3

È possibile elaborare una teoria generale che consenta di isolare il «detto» dal «non-detto»? Quanto è ampia l’influenza del contesto su quel che viene detto? La distinzione semantica-pragmatica è davvero possibile?

«Una precisa descrizione dell’attitudine presa sotto l’influenza di una emozione o di uno stato qualunque dell’animo, colla indicazione delle circostanze che la produssero, saranno informazioni di grande valore».

Charles Darwin, L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, 1872

Delia Belleri è ricercatrice in filosofia presso l’Università di Lisbona. Ha ricoperto incarichi di ricerca e insegnamento presso le università di Vienna, Amburgo, Barcellona e presso la Unam (Città del Messico). La sua ricerca si incentra su temi di filosofia analitica del linguaggio, ontologia analitica e meta-filosofia. I suoi articoli sono apparsi su alcune delle principali riviste del settore, quali «Philosophical Studies», «Synthese», «dialectica», «Inquiry».

«Dire» e «dare a intendere»: la distinzione tra questi due modi di comunicare è utile per capire la distinzione tra «semantica» e «pragmatica» nella filosofia contemporanea. Da un lato la semantica si occupa dei significati convenzionali e letterali (ciò che «diciamo»). Dall’altro, la pragmatica si occupa dei significati intesi, secondari, non-convenzionali e non-letterali, creati di volta in volta nel corso delle nostre conversazioni. Questo volume introduce al dibattito contemporaneo sulla distinzione semantica-pragmatica, partendo dal pensiero del filosofo britannico Paul Grice (anni Cinquanta) e arrivando agli sviluppi più recenti. Ricco di esempi, chiaro e lineare, il volume esplora alcune delle questioni fondamentali circa la distinzione semantica-pragmatica: È possibile elaborare una teoria generale che ci consenta di isolare sempre il «detto» dal «non-detto»? Quanto è ampia l’influenza del contesto, e delle assunzioni dell’ascoltatore, su ciò che è detto? La distinzione semantica-pragmatica è davvero possibile?