Francesco Paolella

Storie dal manicomio

Storie narrate
pp. 176 | 13 x 21 cm | € 18,00
ISBN 978-88-31365-46-8

Undici storie di internati psichiatrici in una struttura considerata d’eccellenza, per raccontare uno spaccato di storia tra gli anni Settanta dell’Ottocento e i Quaranta del secolo successivo.

«Nelle autobiografie mentali la narrazione viene focalizzata su alcuni temi che spesso si compenetrano l’uno con l’altro: la sofferenza, la persecuzione, la morte. Il dolore senza ragione di cui gli scriventi parlano occupa completamente lo spazio dell’autobiografia e penetra ogni evento della narrazione. Nell’impossibilità di dare risposta alla sofferenza, si attribuisce spesso a forze strane e occulte la causa di questo disagio».
Augusta Molinari, La pratica della scrittura nelle istituzioni segreganti del primo Novecento. Le autobiografie dei “folli”, 1999.

Francesco Paolella (Reggio Emilia, 1978) si occupa di storia sociale e in particolare di storia della psichiatria. Fa parte del Centro di storia della psichiatria “San Lazzaro” di Reggio Emilia ed è membro di «Clionet – Associazione di ricerca storica e promozione culturale». Collabora con diverse riviste, e di recente ha pubblicato Uno psichiatra dal socialismo al fascismo. Pietro Petrazzani a Reggio Emilia («Rivista storica del socialismo», 2, 2020), Praticanti in manicomio. Giovani medici al “San Lazzaro” di Reggio Emilia, 1875-1915 («Le carte e la storia», 2, 2021), e curato il volume La psichiatria nelle colonie. Una storia del Novecento (Milano, 2017).

I protagonisti di questo libro sono uomini e donne passati da uno dei più grandi manicomi italiani, il “San Lazzaro” di Reggio Emilia.
Ognuno di loro ha avuto un’esistenza unica, e l’autore ne ha raccontato gli amori impossibili, le ambizioni letterarie, i contrasti familiari, le visioni mistiche e le pratiche magiche, lasciando sullo sfondo le diagnosi psichiatriche.
Leggendo le cartelle cliniche conservate nell’archivio del “San Lazzaro”, è stato possibile ricostruire queste storie di vita, ognuna nella propria irriducibile eccezionalità: dall’avvocato al seguito di Garibaldi nelle guerre risorgimentali, alla giovanissima prostituta in fuga dal manicomio grazie alla guerra, al finto medico che girava per il mondo e scrisse al papa per diventare suo ambasciatore.
D’altra parte, da queste vicende emerge chiaramente il mandato assegnato negli ultimi due secoli alla psichiatria e ai manicomi: difendere la società da una infinita serie di deliri, stranezze e anormalità.