Leonardo Grassi
La strage alla stazione
Saggi
pp. 160 | 14,5 x 21 cm | € 18,00
ISBN 978-88-31365-00-0
Un’efficace sintesi della lunga storia processuale relativa ai fatti del 2 agosto 1980, senza tralasciare anche quanto accaduto, in questi anni, al di fuori delle aule di giustizia.
«Le istituzioni, grazie all’opera meritoria dei suoi uomini, sono riuscite a definire una verità giudiziaria, giungendo alla condanna degli esecutori e portando alla luce la matrice neofascista dei terroristi. L’impegno profuso non è riuscito, tuttavia, a eliminare le zone d’ombra che persistono sugli ideatori dell’attentato. È una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia».
Sergio Mattarella, «La Repubblica»
Leonardo Grassi ha svolto funzioni di giudice istruttore, di giudice per le indagini preliminari, di sostituto procuratore generale e di presidente di sezione a Trieste e Bologna. Per oltre dieci anni si è occupato di terrorismo di destra nell’ambito di istruttorie sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 e su quella del treno Italicus del 4 agosto 1974. Presidente di tribunale a Montepulciano, e poi a Siena, si è occupato del processo Montepaschi. Ha pubblicato scritti in tema di diritto penale e di terrorismo di destra, e fa parte del Comitato consultivo istituito presso la Presidenza del Consiglio sulla desecretazione e il versamento agli archivi dello Stato degli atti relativi a fatti di terrorismo.
Molto si è scritto, e altro ancora si scriverà, sull’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, soprattutto se la direttiva del 2014, con cui il governo italiano ha disposto il versamento all’Archivio centrale dello stato di tutta la documentazione in possesso delle amministrazioni statali, servizi di sicurezza compresi, relativa alle stragi compiute tra il 1969 e il 1984, troverà compiutamente attuazione.
Ad oggi c’è ancora molto lavoro da fare. La capacità d’illuminare zone d’ombra del nostro recente passato «non può prescindere dall’indagare sull’esistenza e l’operatività in Italia di gruppi e strutture istituzionali, e non, che hanno teorizzato, praticato e coperto forme di guerra non ortodossa contro il comunismo, nel cui contesto si inserisce la strategia stragista».
Cosa sappiamo di questa guerra non ortodossa? Cosa si intende per strategia stragista e per stragismo fascista? Quanti di noi hanno sentito parlare di piano «Demagnetize» o della direttiva del Field Manual dell’esercito americano che «affermava la necessità del ricorso ad una strategia di infiltrazione nei gruppi guida dell’insorgenza comunista e di ricorso ad azioni clandestine da realizzare a mezzo di organizzazioni di estrema destra»?