Alessandro Mancuso

Gli Yanomami e la ricerca sul campo

Storie di libri
pp. 204 | 13 x 21 cm | € 19,00
ISBN 978-88-31365-52-9

Luci ed ombre della monografia etnografica di Chagnon sugli Yanomami, per l’immagine che di questa popolazione contribuì a veicolare, e per il dibattito che accese, in ambito disciplinare, sulla conduzione delle ricerche sul campo.

«Ciò che è essenziale per lo sviluppo di una conoscenza cumulativa – piuttosto che il continuo aumento di conoscenza incerta, come spesso accade oggi – è che i risultati antropologici vengano pubblicamente messi in discussione. I risultati devono essere dibattuti, i ricercatori coinvolti devono rispondere e la comunità più ampia deve mirare a raggiungere un consenso sulla questione».
Robert Borowsky, 2005.

Alessandro Mancuso insegna diverse materie antropologiche all’Università degli studi di Palermo. Dai tempi della sua ricerca di dottorato presso i Wayùu, un popolo indigeno il cui territorio è compreso tra Colombia e Venezuela, si occupa di società amerindiane. Ha pubblicato diversi saggi sulla cosmologia e l’organizzazione sociale dei Wayùu e di altri popoli indigeni. Si è inoltre interessato alle problematiche dei processi di cambiamento da essi oggi affrontati nella difesa dei propri diritti territoriali, minacciati dall’espansione di progetti di sviluppo economico.

Gli Yanomami, abitanti di un’area di quasi venti milioni di ettari compresa tra Venezuela e Brasile, occupano un posto importante tanto nell’antropologia quanto nell’immaginario collettivo novecentesco. Si tratta infatti di una delle ultime popolazioni indigene del pianeta che è entrata – all’incirca tra il 1950 e il 1960 – in contatto stabile con il mondo non indigeno. Già prima dell’arrivo dei missionari e degli antropologi, gli Yanomami erano circondati da un’aura che ne faceva l’ultima incarnazione dell’umanità «primitiva», per come è concepita nel mondo moderno.
Nel 1968, Napoleon Chagnon, che aveva intrapreso quattro anni prima una ricerca sul campo presso questa popolazione, pubblica Yanomamö, che diverrà la monografia etnografica più letta negli Stati Uniti, tra quelle scritte nella seconda metà del Novecento.